Con la sentenza n. 581 del 10 febbraio 2025, il Tribunale di Milano ha ritenuto legittima la decisione dell’azienda di trasferire una lavoratrice a seguito di accuse, da lei mosse, nei confronti dei propri superiori in relazione a condotte pregiudizievoli per il proprio stato di salute.
Nel caso in esame, la dipendente aveva convenuto in giudizio il datore di lavoro, lamentando di essere stata vittima di condotte qualificabili come “mobbing” e “straining”.
Il giudice di prime cure ha ritenuto che il provvedimento adottato dalla società costituisse una misura organizzativa necessaria, volta a prevenire possibili tensioni e responsabilità nei confronti degli altri dipendenti dell’ufficio. Il trasferimento è stato quindi valutato come uno strumento idoneo a garantire l’equilibrio interno e a preservare la funzionalità dell’organigramma aziendale.